I talenti non rinunciano al lavoro flessibile: così l’HR riscrive le regole di attraction
Per oltre un secolo, al lavoro flessibile i professionisti di tutto il mondo hanno preferito qualsiasi cosa: contratti stabili, stipendi più alti, promesse di carriera, benefit allettanti. Ora invece sembra non esserci più niente, ma proprio niente, in grado di solleticare la sensibilità dei lavoratori e delle lavoratrici quanto il lavoro ibrido.
Quando e perché sono cambiate le cose, lo sappiamo. Tra i pochi meriti che è giusto riconoscere alla pandemia, c’è senz’altro quello di avere aiutato le persone a riscoprire il senso del proprio vivere. E in questa nuova consapevolezza che va definendosi, un migliore work-life balance è considerato il punto di partenza.
Il lavoro da remoto, o parzialmente da remoto, inizia dunque a farsi largo tra i desiderata dei professionisti, giovani talenti compresi. Una consapevolezza che impone alle organizzazioni più di qualche contromisura.
Assumere nell’era del lavoro flessibile
Quella del lavoro flessibile, però, non è che una delle sfide che attendono gli HR nei prossimi anni. In “Muoversi in un contesto che cambia”, la guida al recruiting di Monster condotta su un campione di oltre 2.600 responsabili delle risorse umane di tutto il mondo, sono 3 le principali aree di intervento emerse.
Tre aspetti su cui CEO e Chief HR Officer dovrebbero concentrare le proprie energie se vogliono guidare il cambiamento senza subirlo. Nel dettaglio:
- la battaglia per i talenti si fa più aspra e cresce il divario di competenze
- la capacità di attrarre e coinvolgere i talenti in un presente nuovo e flessibile
- la creatività nella ricerca di talenti per aziende diversificate e inclusive
In questo articolo vorremmo riflettere, in particolare, sulla seconda delle tre sfide. Per ragionare insieme sul modo in cui il lavoro flessibile sia diventato un autentico pilastro di ogni people strategy di successo.
Si fa presto a dire lavoro ibrido
Che poi sul lavoro ibrido dovremmo prima di tutto metterci d’accordo. Di cosa parliamo, veramente, quando parliamo di flessibilità sul posto di lavoro?
La risposta a questa domanda ci arriva ancora una volta dalla guida al recruiting di Monster. Qui emerge uno spaccato del mercato del lavoro estremamente dettagliato. E quello che ci racconta è che l’idea di lavoro flessibile dei candidati non sempre coincide con quella delle organizzazioni.
Solo il 31% dei datori di lavoro coinvolti nella nostra indagine, infatti, assicura ai propri collaboratori il “controllo completo di orari e programmi di lavoro”. Poco. Anzi, pochissimo. Specie se confrontato con quello che poi effettivamente chiedono le persone all’azienda. E parliamo sia di quelle già assunte che di quelle ancora da assumere.
Il lavoro da remoto che piace ai candidati
Ne sono convinti i responsabili a vario titolo delle direzioni HR. Per loro il lavoro da remoto resta una componente fondamentale per l’appetibilità dell’organizzazione. E i numeri sembrano dare loro ragione.
- il 34% dei candidati si attende più flessibilità sul lavoro
- il 44% dei recruiter crede che quella ibrida sia la modalità di lavoro futura
- il 37% degli HR ritiene il lavoro flessibile un vantaggio attrattivo per l’impresa
A questo punto è legittimo chiedersi: “perché?”. Perché se per quasi 1 recruiter su 2 il lavoro flessibile è il futuro, poi gli annunci di lavoro raccontano tutta un’altra storia? Difficile rispondere in poche righe. Quel che è certo è che questa differenza genera un impatto negativo sulla qualità delle strategie e il successo dei processi di selezione del personale.
Cinque “takeaway” sul lavoro flessibile
Alla centralità del lavoro flessibile sono comunque dedicate molte delle oltre 20 pagine che compongono “Muoversi in un contesto che cambia”. Abbiamo definito questa guida un po’ fotografia, ma un po’ anche bussola. Perché mostra e insieme spiega i fenomeni che stanno caratterizzando lo scenario HR attuale.
E come per le altre aree tematiche, anche per quella sul lavoro ibrido abbiamo pensato a dei “takeaway”. L’approccio data-driven della guida al recruiting Monster facilita questa operazione e ci consente di isolare i singoli aspetti-chiave dell’indagine, per rifletterne più approfonditamente.
Uno di questi, che anticipiamo di seguito, riguarda i desiderata dei candidati che si collocano “in graduatoria” subito dopo il lavoro da remoto. Scopriamoli insieme:
- sicurezza sul posto di lavoro e protocolli sanitari (24%)
- politiche sulla diversità e inclusione (30%)
- aspettative salariali (33%)
Non solo flessibilità: i talenti vogliono diversità e benessere
E se per molti recruiter l’importanza che i candidati attribuiscono al lavoro flessibile può essere una sorpresa, non stupiscono il valore dato a temi come diversità e benessere organizzativo.
Non è un mistero, infatti, che per gli HR più avveduti la sfida per i talenti passa anche per l’adozione, da parte dell’organizzazione, di una nuova cultura dell’inclusione. Viviamo in anni di grande sensibilità rispetto a questi argomenti, anni di contrasto a qualsiasi forma di discriminazione. Chiaro, allora, che il lavoro giochi un ruolo centrale in questa battaglia di civiltà.
I 5 benefit che i dipendenti vogliono migliorare:
- welfare aziendale (25%)
- lavoro flessibile/da remoto (20%)
- congedi retribuiti (19%)
- tutela salariale (16%)
- policy e protocolli per la salute (12%)
Infine c’è la salute. O, se preferite vederla da un’angolazione più ampia, come suggerisce di fare il World Economic Forum, alla fine c’è il benessere dei collaboratori. Anche su questo argomento le organizzazioni sanno che si giocheranno una fetta importante della propria competitività.
Sul lavoro flessibile le imprese rifondano il proprio recruiting
Insomma, il lavoro flessibile può diventare il pilastro “a costo zero” su cui rifondare la propria strategia di recruiting. Un insight che rappresenta, però, solo un tassello del grande mosaico disegnato da “Mouversi in un contesto che cambia”.
Scarica gratuitamente la guida e scopri gli scenari che condizioneranno il mercato del lavoro nei prossimi anni.
La caccia ai talenti si farà sempre più complessa. Farsi trovare preparati sarà un vantaggio competitivo per niente trascurabile.