Al culmine di un anno tra i più complessi di sempre per l’occupazione e l’organizzazione del lavoro in azienda, quale scenario attende chi si occuperà di ricerca e selezione del personale nel 2021? Dalla pandemia avremo un nuovo recruiting? Siamo andati a scoprirlo sul campo. Coinvolgendo oltre 10mila persone in tutto il mondo tra specialisti HR e candidati compresi tra i 18 e i 67 anni. Il risultato è il Future of Work. Scarica l’indagine Monster. SCARICA L’INDAGINE INTEGRALE (PDF) I recruiter lo sanno bene: assumere significa prima di tutto comprendere i bisogni del mercato. E dopo un anno come il 2020, le richieste dei candidati alle aziende non potevano non risentire del clima di incertezza percepito. Le sfide del recruiting per il post-pandemia. Secondo il Future of Work, ai primi tre posti tra le richieste dei candidati alle aziende per il 2021 figurano:
- Adozione di orari di lavoro più flessibili
- Maggiore tutela salariale
- Attuazione di politiche/protocolli sanitari
Rispetto poi agli altri paesi inclusi nell’indagine, per i dipendenti Italiani un altro fattore determinante è quello legato alla trasparenza nelle comunicazioni: indicato dal 27% degli intervistati. Dietro di noi la Germania, con il 25%, e a seguire tutti gli altri. Certo, non mancheranno le sfide per chi nel 2021 prevede di assumere. Ai primi tre posti del Future of Work troviamo:
- Trovare candidati con le giuste competenze (scelto 39% degli intervistati)
- Garantire l’aspettativa di work-life balance dei dipendenti (26%)
- Introdurre il virtual recruiting nella selezione (26%)
Sul virtual recruiting si registra inoltre la prima di molte intese tra recruiter e candidati. Entrambi, infatti, concordano sul fatto che un processo di selezione 100% virtuale rende più difficile riconoscere “il right fit”, ovvero capire se e in che misura la cultura e i valori aziendali si sposano con il candidato. Il diverso impatto della pandemia sui lavoratori. Altro elemento emerso con forza nell’indagine annuale commissionata da Monster e Randstad, è quello legato alle condizioni dei candidati. L’impatto della pandemia sui seeker è stato violento e difforme; aspetto che chi si occupa di selezione difficilmente potrà ignorare. Sempre secondo il Future of Work, le donne più degli uomini hanno subito il peso fisico ed emotivo legato al lavoro. In Italia, in particolare, le donne presentano tassi di ansia più elevati che negli altri paesi coinvolti: 45% contro il 36% della media globale. E lo stesso vale per l’emicrania, sofferta dal 31% delle donne italiane contro il 20% della media. NON FERMARTI ALLA SUPERFICIE. SCOPRI IL DOCUMENTO INTEGRALE FUTURE OF WORK 2021. SCARICALO ADESSO: https://monster-it.jebbit.com/6duszvyw?L=Owned+Web