In tempi di talent shortage, per le organizzazioni trattenere i talenti non è più soltanto necessario per assicurare il mantenimento degli obiettivi di business, è diventato fondamentale per la loro sopravvivenza. La domanda a questo punto può essere una soltanto: chi sono oggi “i talenti”? Di chi parliamo, veramente, quando ci riferiamo a questi professionisti…
Diciamo “Great Resignation” e siamo convinti di poterci far stare dentro tutto. Ma non è così. Ai talenti persi per strada, le organizzazioni devono infatti anche aggiungere la difficoltà di motivare i quite quitters. E farlo, per di più, in un momento tra i più complicati di sempre per le economie globali e quelle aziendali….
Come sarà il “dopo” pandemia per il mondo dell’HR? Quale direzione seguirà il recruitment nel prossimo futuro?
Lo stipendio è un elemento importante nella valutazione di un’offerta lavorativa , ma quanto incide davvero sull’attrattività di un posto di lavoro?
Riuscire a trattenere talenti potrebbe significare lasciarli andare. Ecco il perchè.
Non di solo denaro “vive” un collaboratore. Smartworking, benefit personalizzati e riorganizzazione degli spazi di lavoro: tutti i pilastri di una buona strategia di retention.
In un mercato sempre più concorrenziale sono le persone che fanno la differenza e decretano il vantaggio competitivo di un’azienda. Che fare allora quando i top performer decidono di andare via?
Non è facile preparare una exit interview, ecco qualche consiglio per aiutarti ad affrontarla.
Il turnover del personale rappresenta il flusso di personale che transita, in ingresso e in uscita, all’interno di un’azienda.
Chi è o chi possiamo considerare un “talento”? A cosa servono i “talenti” in azienda? O meglio: l’azienda ha veramente bisogno di spendere tanti soldi per attrarre e mantenere quel “talento”?
La maggior parte dei dipendenti sarebbe capace di tutto per averla. Altri nutrono dubbi. Adottare la strategia giusta il telelavoro può essere una soluzione vincente per entrambe le parti.