Rilanciare la ricerca di lavoro (senza perdere fiducia)
“Non passare il tempo a bussare contro un muro sperando di trasformarlo in una porta”. Quando parliamo di come rilanciare la ricerca di lavoro, poche cose sono più efficaci di questa frase di Coco Chanel. La stilista francese aveva sintetizzato così, anche piuttosto brutalmente, il rischio che si cela dietro un’ostinata ripetizione dei medesimi gesti, quando i presupposti che muovo quei gesti si rivelano sbagliati fin dal principio.
Può capitare spesso, del resto, che un candidato ritenga di aver fatto tutte le mosse giuste per riuscire ad ottenere l’attenzione dei recruiter. E per questo inizi a disperare quando poi quell’attenzione non arriva. Dando vita a fenomeni come perdita della fiducia, calo dell’entusiasmo e azzeramento delle motivazioni. Ma è proprio questo il momento in cui invece bisogna alzare la tensione, rimanere sul pezzo e cercare di intervenire con manovre correttive.
Rilanciare la ricerca di lavoro: 5 regole da non dimenticare
Il mercato del lavoro presenta da sempre molte insidie. Per questo dobbiamo cominciare a fare pace con l’idea che serva rilanciare la ricerca di lavoro, di tanto in tanto. E questo vale sia per i candidati che hanno appena concluso il proprio percorso accademico o formativo, sia per le risorse più navigate, quelle che magari hanno deciso di prendersi un periodo sabbatico prima di affrontare una nuova esperienza professionale.
E allora vediamole insieme quali sono le strategie per rilanciare la ricerca di lavoro raccolte in questo memorandum irrinunciabile redatto dagli specialisti della selezione di Monster. Il team di HR e recruiter che lavora gomito a gomito con i team di selezionatori interni alle più importanti aziende italiane.
I 5 consigli degli specialisti Monster per rilanciare la ricerca di lavoro:
- Rimettere a fuoco gli obiettivi
- Riallineare il CV alla nuova strategia
- Trarre una lezione dai “NO” ricevuti
- “Ascoltare” i silenzi del recruiter
- Non perdere l’entusiasmo
Rimettere a fuoco gli obiettivi
C’è un’attività da mettere a terra prima di ogni progetto. Se il mercato del lavoro non dà le risposte attese, è evidente che qualcosa sia andato storto nel processo di ricerca. E allora val la pena riavvolgere il nastro delle scelte fatte. Prima tra tutte, dovremmo porci questa domanda: siamo certi che la candidatura sia stata fatta per una posizione che rientra nelle nostre prerogative? Non si può pensare di inviare un curriculum indiscriminatamente, senza valutare attentamente con chi si tenta di avviare un dialogo. Al contrario, è auspicabile che il candidato risponda ad annunci che siano strettamente compatibili con il proprio bagaglio di conoscenze, sia specifiche che caratteriali. Pertanto, nel caso di insuccessi, è opportuno andare a rivalutare l’iniziale lavoro di ricerca delle opportunità lavorative che era stata fatta ed eventualmente correggere il tiro.
Riallineare il CV alla nuova strategia
Ripartire da zero per rilanciare la ricerca di lavoro non basta. Se non facciamo tutto quello che una ripartenza comporta, rischieremo di sbagliare di nuovo. Tradotto: chiarita la nuova traiettoria e stabilite nuove priorità di ricerca, occorre riallineare il CV e l’eventuale lettera di presentazione (se richiesta). Ci sono le notizie che interessano al recruiter? E quelle informazioni sono in linea con la posizione vacante? Quando si redige un curriculum è fondamentale porsi le domande giuste.
Trarre una lezione dai “NO” ricevuti
È una lezione di vita, ma calza alla perfezione anche nel mercato del lavoro: bisogna sempre far tesoro degli errori, farli diventare un momento di crescita e di perfezionamento. Così anche dopo un tentativo fallito, il candidato deve cercare quante più informazioni possibili per capire i motivi che hanno portato a quell’esito. Diventa quindi importante anche cercare di avere un feedback da parte del recruiter.
Non è una mossa sbagliata provare a contattarlo, anzi si dimostra in questo modo, anche in una circostanza negativa come questa, che si ha passione, e che si cerca di capire sempre tutto delle dinamiche che ruotano intorno ad una posizione lavorativa. L’importante è non diventare stolker, né pretendere una risposta da parte dei recruiter. Ma trasmettere loro l’importanza che quel momento di confronto sincero - e, a quel punto, anche disinteressato - rappresenta per voi. La risposta del recruiter sarà fondamentale per aggiustare ulteriormente il tiro e colmare quella mancanza.
“Ascoltare” i silenzi dei recruiter e quelle verità da cogliere
Può capitare che ci sia una risposta evasiva da parte dell’azienda, dal responsabile delle risorse umane o direttamente dal recruiter con cui si ha avuto il colloquio. Questo può avvenire soprattutto quando la selezione ha riguardato un numero elevato di candidati e anche la gestione della selezione ha imposto una linea poco inclusiva. Insomma, può accadere che la risposta dell’azienda alla richiesta di informazioni sia poco chiara, intenzionalmente o meno. Del resto, se un direttore delle risorse umane cambia strategia in corsa, o ancora se gli è stata segnalata una persona, è chiaro che non vorrà condividere queste informazioni con i candidati. In questi casi è chiaro che il candidato deve provare a decifrare le omissioni e certi silenzi. Questo, e solo questo, potrà dare maggiore forza e maggiore convinzione delle proprie capacità anche a un candidato in crisi di risultati. Insomma, non colpevolizzatevi troppo se dovrete rilanciare la ricerca di lavoro ancora una volta, ma non scagliare nemmeno la croce sui recruiter. Spesso anche loro sono “vittime” di scelte che arrivano dall’“alto”.
Non perdere l’entusiasmo
Non perdere l’entusiasmo prima di rilanciare la ricerca di lavoro è fondamentale. In fin dei conti, una bocciatura è solo una tappa di un percorso molto più lungo. Trovare la concorrenza di un candidato più esperto o vedersi superato per un titolo di cui non si dispone, non deve essere visto come la fine del mondo. Spesso ci si trova a presentare la propria candidatura per una posizione che è ambita da decine se non da centinaia di concorrenti.
Le scelte di un reclutatore non sono mai facili. Bisogna allora mantenere la lucidità necessaria a non catalogare l’esperienza negativa come una bocciatura da parte dell’intero mercato del lavoro. È un recruiter di un’azienda in un momento specifico ad averci giudicato inidonei a una sola posizione: quella. Restiamo coi piedi per terra e impariamo a riprenderci il nostro sacrosanto diritto al fallimento. Con le giuste competenze, c’è sempre modo e tempo di rimettersi al centro della scena e conquistare una posizione lavorativa interessante e stimolante rilanciando la ricerca di lavoro.
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