Decalogo del buon colloquio di lavoro
Che sia il primo o il ventesimo della tua vita, il colloquio di lavoro è sempre un momento in cui aspettative, ansia, paura, impulsività possono prendere il sopravvento e giocare brutti scherzi. Ecco qui dieci consigli per prepararsi al meglio.
- GESTISCI BENE IL PRIMO CONTATTO
- L’ABITO FA IL MONACO
- STUDIA
- CACCIA AL SELEZIONATORE
- GOOGLE MAPS
- CORDIALITA’
- PRIMA IMPRESSIONE
- GIOCA IN ANTICIPO
- PROFESSIONALITA’
- BE POSITIVE!
In realtà la valutazione del selezionatore inizia bene prima del colloquio vis a vis e parte già dalla telefonata dell’appuntamento. In questo primo contatto, mancando tutta la parte para-verbale (linguaggio del corpo), diventa importantissimo colpire positivamente l’interlocutore con una voce grintosa, sicura e cordiale. Se ti trovi in una situazione poco opportuna per parlare, chiedi cortesemente al selezionatore di richiamarti un altro momento. Se l’appuntamento è concordato via mail, sii puntuale nella risposta e bada alla forma.
Il modo in cui ci presentiamo all’appuntamento dice tante cose di noi. Non devi snaturarti, ma ricordati che la sobrietà vince sempre. Al bando quindi accessori troppo vistosi, trucco marcato, gonne troppo fascianti, abiti da cerimonia o tute sportive. Abbigliamento casual o formale? Se non conosci il DNA dell’azienda, meglio optare per quello più formale. Una camicia e un pantalone dal taglio classico sono degli evergreen.
Non ti viene chiesto di conoscere i dati azionari, ma di sapere almeno per sommi capi la storia dell’azienda, qual è il core business e i progetti più importanti. Studia il sito e la comunicazione dei social. Potrai utilizzare le informazioni a tuo vantaggio, per una maggiore interazione con il selezionatore durante il colloquio. Un candidato preparato solitamente è uno più motivato.
I social network e gli strumenti digital ci permettono di conoscere le persone, ancor prima di incontrarle. Per stemperare la paura del “non so cosa aspettarmi”, prova a cercare la foto e il profilo social della persona che vedrai a colloquio. Ti servirà per avare già una certa familiarità e capire anche qual è il ruolo della persona in azienda.
Se non conosci il luogo concordato per il colloquio, verifica il giorno prima quanto tempo impiegheresti da casa per raggiungerlo, se è raggiungibile con i mezzi o con la macchina, qual è il percorso migliore da prendere. Calcola sempre almeno 15 minuti in più rispetto al timing. L’imprevisto è sempre dietro l’angolo!
Non solo con il selezionatore, ma con tutti i dipendenti dell’azienda che potresti incontrare in ascensore, alla reception, nei corridoi, nella sala d’attesa. Anche i loro feedback sono importanti e rientrano nella valutazione complessiva sul candidato.
Da un’indagine è emerso che i primi 90 secondi sono decisivi nella valutazione di un candidato e ciò che incide di più non è tanto quello che viene detto, ma come viene detto ed il modo in cui si interagisce. Quindi attenzione al linguaggio del corpo, tono della voce, contatto visivo, postura.
Si sa che una parte del colloquio è dedicata all’esplorazione delle motivazioni del candidato e alle sue soft skills. Non sono risposte facili e immediate da dare, perché toccano il livello più personale. Pensaci qualche giorno prima del colloquio: perché sei davvero interessato a quella posizione? Qual è il valore aggiunto che puoi dare? In cosa pensi di essere particolarmente bravo? Su cosa ti piacerebbe ancora migliorare?
Ricordati sempre che il colloquio di lavoro non è una seduta dallo psicologo, né tanto meno una chiacchierata tra amici. Al bando quindi argomenti che esulino dal lavoro, come passioni politiche, calcistiche, preferenze religiose, sessuali ecc. E se è il selezionatore a deviare su questi argomenti? Cerca di non irrigidirti, ma, in maniera educata, riporta la discussione sui binari giusti.
È vero, è un colloquio di lavoro, un momento delicato e nutri tante aspettative. Cerca di dare il meglio di te e non buttarti giù se non arriva la risposta sperata, perché spesso non è dovuto a una nostra cattiva performance, ma ad altri fattori interni o esterni all’azienda.
Giada Baglietto
HR Consultant
www.fiorentemente.it