Come nascondere i difetti durante il colloquio di lavoro

D’accordo l’onestà, e ci mancherebbe altro, ma ci sono modi e modi per esprimerla. E poi: chi l’ha detto che farsi aiutare su come nascondere i difetti durante un colloquio di lavoro equivalga per forza a mentire al recruiter? In questo articolo proveremo a capire come “indorare” certe pillole davanti ai selezionatori ed evitare spiacevoli imbarazzi, peraltro neanche sempre giustificati.
Cominciamo col dire che, messa giù così, sembrerebbe un’impresa ardimentosa che deve attingere ad un concentrato di capacità multidisciplinari da parte dei candidati: dalle acrobazie dialettiche all’improvvisazione, dallo studio meticoloso dell’avversario/recruiter a una innata propensione per la famosa “supercazzola” cinematografica, fino alle più elevate espressioni artistiche.
Insomma rispondere a quelle domande che mettono in evidenza certe nostre lacune o zone grigie della nostra preparazione significa fare il giro della morte e passarne indenni. O un tiro da tre punti, per chi ne sa di pallacanestro. È un talento anche questo, dopotutto, da giocarsi in momenti chiave del colloquio di lavoro. E oggi vogliamo aiutarvi a capire come superarli in scioltezza.
Come nascondere i difetti durante il colloquio di lavoro: la “trappola” dei recruiter
Che poi, parliamoci onestamente, : davvero si tratterebbe di trovare un modo su come nascondere i difetti durante il colloquio di lavoro? Come dicevamo, i recruiter tendono a scandagliare il carattere e le motivazioni di un candidato con domande spiazzanti. La più comune è certamente quella che invita l’intervistato a rivelare i propri punti deboli. Per questo è importante conoscere bene i propri punti di debolezza come quelli di forza, non per dissimulare, ma per vestire in modo diverso le piccole macchie sul nostro curriculum.
Ma qual è lo scopo di una domanda simile? Certamente i recruiter hanno bisogno di capire chi hanno davanti in uno spazio temporale ridotto. E una domanda di questo tipo: “mi parli dei suoi difetti”, consente loro di avere un’idea piuttosto precisa rispetto ad alcuni lati della personalità del profilo che hanno davanti. In particolare, tendere un tranello di questo tipo serve loro per:
- Pesare la reazione del candidato in una situazione di disagio
- Valutare come viene organizzata la risposta ad una domanda inattesa
- Indagare aspetti del candidato che non compaiono nel cv
Se da un lato parlare dei propri difetti può apparire banale e in qualche modo anche disorientante, dall’altro offre la possibilità ad un candidato di esprimere il proprio carattere e la propria professionalità. Se ben sfruttata, questa domanda può diventare il grimaldello per ottenere la totale fiducia del selezionatore e avere più possibilità di accedere alla posizione ambita.
Come trasformare le debolezze in un punto di forza
Di fronte a un recruiter esperto, il comportamento peggiore è quello di non rispondere. Oppure tergiversare cercando di non elencare i propri difetti. Insomma non bisogna esitare. Avere dei difetti è assolutamente umano e non elencarne alcuno significa non avere consapevolezza di sé.
Ecco perché una domanda sui difetti è un vero e proprio esame di maturità che le divisioni HR pretendono in occasione del primo incontro con una risorsa. Una risposta titubante, parziale, farebbe suonare il campanello di allarme su almeno tre gravi difetti solitamente indagati da chi sta per assumere:
- Scarsa conoscenza di sé
- Propensione a sopravvalutarsi
- Scarsa capacità di mettersi in discussione
Occorre quindi arrivare pronti all’appuntamento, magari preparando già a casa una possibile risposta che possa dare l’impressione di prontezza e capacità di (auto)analisi.
Le strategie per rispondere a una domanda sui propri difetti
Come nascondere i difetti durante il colloquio di lavoro, insomma, è qualcosa che necessita preparazione. La risposta migliore, c’è poco da fare, va preparata prima. Perché la domanda sui difetti è scontata, fa parte del decalogo del bravo selezionatore e arrivare al colloquio senza aver predisposto un piano significa dover poi improvvisare, assumendosi dei rischi altissimi. Anche se dovessero pagarvi per farlo.
Vediamo allora come organizzare, magari con largo anticipo, una possibile risposta. Partendo da un assunto fondamentale: la sincerità deve essere l’ingrediente di base, ma il condimento deve essere la malizia. Parlare dei difetti pertanto va bene, ma in modo che affrontarli possano diventare un punto di forza. Per questo è opportuno che il candidato faccia sempre riferimento ad esperienze lavorative precedenti, in cui punti deboli e punti di forza hanno comunque consentito di raggiungere risultati positivi. Può essere utile, in conclusione, elencare tre istruzioni fondamentali per giungere a una risposta soddisfacente:
- Fare costantemente autocritica
- Riflettere spesso sui propri punti di forza e sui propri limiti
- Scegliere tre pregi e tre difetti per analizzarli
Partendo dal presupposto che abbiamo dei difetti da analizzare, al recruiter interessano fondamentalmente due questioni: la prima è riconoscere la debolezza, la seconda è capire se il candidato si impegna per mitigarla. Iniziando con l’analisi dei propri punti deboli, il candidato ha la possibilità di andare a porre l’accento sui comportamenti che sta mettendo in atto per migliorare: è questa, in definitiva, la risposta che ogni recruiter vorrebbe ascoltare ed è questa la strada maestra che vi suggeriamo di seguire quando starete confezionando la vostra risposta su misura.
Rifletti su come nascondere i difetti durante il colloquio di lavoro: affida a Monster il tuo talento
Se anche tu stai per affrontare una selezione, segui i consigli di Monster.it su come nascondere i difetti durante il colloquio di lavoro. Ma ricorda: nascondere non vuol dire barare. E una volta pronto per il tuo prossimo incontro con il recruiter, carica il CV e metti il tuo talento a disponsizione della community Monster. Ogni giorno migliaia di di aziende cercano i loro dipendenti sulla nostra piattaforma. Lascia che sia il lavoro a trovare te!