Come farsi notare dalle aziende: il "dress code" del candidato perfetto
Come farsi notare dalle aziende? È questa la prima domanda che dovrebbe ispirare ogni candidato alla ricerca di lavoro. Fosse una valigia prima delle vacanze, infatti, sapremmo esattamente quali vestiti scegliere e il dress code da seguire per riempirla. Ma quando dobbiamo organizzare il nostro bagaglio per prepararci al lungo viaggio verso il lavoro dei sogni, abbiamo un’idea di quali competenze metterci dentro?
Una domanda che ha sempre generato ansie e perplessità ai candidati di ogni generazione, ma che per i nuovi candidati, che sono costretti a fronteggiare un mercato del lavoro ancora più esigente in quanto indebolito a causa dell’impatto della pandemia del 2019, questa domanda rappresenta oggi un ulteriore ostacolo, un’altra prova da superare prima di arrivare finalmente al lavoro dei sogni.
Un mercato che si dimostra certamente attento alle abilità tecniche dei futuri professionisti, ma che non disdegna anche tutto un altro tipo di competenze. Anche prima della trasformazione cominciata tre anni fa, per i recruiter l’importanza delle cosiddette soft skill aveva quasi raggiunto quella delle hard skill. E questo perché sempre più aziende hanno capito che ciò che sappiamo fare oggi è destinato a scadere molto in fretta. Mentre la nostra personalità, e il giusto fit tra ciò che siamo come individui e la cultura azienda è qualcosa destinata a durare nel tempo. Per tutto il resto, ci sarà sempre la formazione a colmare i gap di conoscenza che inevitabilmente incontreremo nel nostro percorso professionale.
Come farsi notare dalle aziende, le risposte di Future of Work per l’Italia
Già, ma come capire chi detta le regole nella “moda” del mercato del lavoro? Restando ancora legati alla metafora del dress code, diciamo che se la combinazione di vestiti la scelgono gli HR, quello che facciamo in Monster è organizzare la “settimana della moda”. Ogni anno, infatti, raccogliamo i pareri e le riflessioni, ascoltiamo le novità e sondiamo gli umori di migliaia di recruiter e selezionatori di tutto il mondo raccogliendo i risultati di questa globale indagine in Future of Work.
Si tratta di un rapporto dettagliato che nasce con l’obiettivo di supportare le aziende, ma che rappresenta di fatto uno strumento prezioso anche per i candidati in cerca di lavoro, perché grazie a questo possono scoprire cosa cercano i recruiter quando sono a caccia di talenti da assumere in azienda. Oltre alle ultime tendenze e alla direzione presa dal mercato del lavoro.
Ed è proprio il rapporto annuale redatto ogni anno da Monster che ci permette di tornare alla domanda di partenza e ci fornisce alcune importanti risposte agli interrogativi di ogni candidato: cosa cercano i recruiter? Analizziamo quanto accade in Italia, dove i primi fattori utilizzati dai datori di lavoro per determinare se un candidato è adatto sono:
- colloquio di lavoro
- curriculum vitae
- precedenti esperienze lavorative
- abilità informatiche
Cosa cercano i recruiter, i confronto tra scenario italiano e globale
Va detto che se i primi due fattori sono gli stessi dello scorso anno, la loro incidenza percentuale oggi è nettamente più bassa. Come scende anche il fattore skill tecnologiche (nel rapporto dello scorso anno erano al terzo posto) a favore della valutazione delle esperienze lavorative precedenti.
Non succede spesso, ma talvolta può accadere. Perché intervistando gli HR di tutto il mondo, in Future of Work emergono gli stessi identici risultati che si evidenziano in Italia. I primi tre fattori che vengono presi in esame dai recruiter infatti sono gli stessi, nello stesso ordine, tra l’altro confermando lo stesso identico risultato emerso nel 2021. In particolare:
- Colloquio di persona
- Curriculum vitae
- Precedenti esperienze lavorative
Risultati che confermano anche un’altra tendenza che riguarda i recruiter e chiunque si occupi di ricerca e selezione in maniera più generale. E cioè la volontà di non delegare completamente agli algoritmi la capacità di analisi e valutazione del candidato o della candidata da assumere. Il contatto umano tra recruiter e seeker, quindi, non è destinato a scomparire. L'utilizzo di strumenti tecnologici per la ricerca e selezione, però, sarà sempre più ampio e articolato. Questo dovrebbe quindi suggerire ai candidati, specie ai più nostalgici dell’analogico, una maggiore confidenza con i device e le tecniche di selezione più recenti. Insomma, se non puoi battere il nemico, allora alleati con lui!
L’abito non fa il candidato, ma le competenze sì: scopri come farsi notare dalle aziende su Monster.it
Se sei un candidato e desideri conoscere il modo migliore per farsi notare dalle aziende, e scoprire le logiche secondo le quali datori di lavoro e responsabili HR decidono come e quali risorse assumere, visita il nostro sito e scopri i nostri consigli di carriera. All’interno della sezione dedicata a candidati scoprirai cosa cercano i recruiter a caccia di talenti. Ma se non vuoi perdere più tempo e iniziare subito la tua ricerca di lavoro carica ora il tuo CV e lascia che sia il lavoro a trovare te!